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La storia
Correva l'anno 1969 e tutto ebbe inizio con un matrimonio, così come è accaduto per la maggior parte
delle sane realtà aziendali italiane.
Franca ed Ortensio, sposi novelli, di ritorno dal viaggio di nozze a Limone Piemonte, decidono di rilevare
il bar-trattoria "Italia" a Cerrina Monferrato, piccolo centro abitato del Monferrato Casalese.
Entrambi originari di Murisengo, lui agricoltore ed allevatore insieme ai numerosi fratelli, lei aiuto cuoca
nel ristorante della cognata Lucia, decidono insieme di intraprendere la strada della ristorazione.
Nessun corso di cucina, nessuna scuola alberghiera, solamente tanta voglia di lavorare e tanto spirito di sacrificio.I primi anni di lavoro non sono stati puramente dedicati alla ristorazione intesa come la intendiamo oggi.
La trattoria era un punto di ritrovo e svolgeva un vero e proprio ruolo all'interno della società dell'epoca: tutti si ritrovavano nelle trattorie e nei bar di paese per una partita alle carte, a biliardo o per guardare semplicemente la televisione, che non tutte le famiglie avevano la fortuna di possedere.Così per decenni il ruolo di ristorante è stato marginale: il bar era grandissimo e sempre pieno di personaggi pittoreschi che giocavano alle carte bevendo improbabili liquori, fumando sigarette senza filtro e litigando animatamente tra loro, mentre la sala da pranzo era più piccola e meno frequentata.
Nel tentativo di vendere qualche amaro e qualche caffè in più si facevano le ore piccole, la chiusura serale del locale spettava sempre ad Ortensio, mentre la moglie dopo i lavori in cucina saliva ai piani superiori nel tentativo di mettere a letto i giovani figli, impresa tutt'altro che facile visto che gli avventori erano chiassosissimi e litigavano regolarmente tra loro per il gioco delle carte, urla e schiamazzi non cessavano fino a tarda notte.Fortunatamente nel corso dei decenni le capacità della signora Franca ai fornelli miglioravano ed il locale iniziava lentamente ad affermarsi nella zona come ristorante vero e proprio, sempre più clienti venivano, anche da lontano, per gustare i suoi bolliti, i fritti misti e gli agnolotti.
Così nel 1991 i coniugi Rosso, attraverso importanti modifiche strutturali, diedero al ristorante uno spazio centrale, mentre al bar veniva dedicata un'area marginale: addio biliardi ed addio ai giocatori di carte.Oggi, così come accadeva più di quarant'anni fa, la signora Franca è il cuore pulsante della cucina insieme al figlio più giovane Gian Mario, Ortensio è un felice pensionato campagnolo dedito all'orto ed ai tartufi, Maurizio, il primogenito, si dedica all'amministrazione del locale mentre Alessia, moglie di Gian Mario, si occupa della sala da pranzo ed ovviamente della cantina, in quanto sommelier.
Buon Appetito.
Correva l'anno 1969 e tutto ebbe inizio con un matrimonio, così come è accaduto per la maggior parte
delle sane realtà aziendali italiane.
Franca ed Ortensio, sposi novelli, di ritorno dal viaggio di nozze a Limone Piemonte, decidono di rilevare
il bar-trattoria "Italia" a Cerrina Monferrato, piccolo centro abitato del Monferrato Casalese.
Entrambi originari di Murisengo, lui agricoltore ed allevatore insieme ai numerosi fratelli, lei aiuto cuoca
nel ristorante della cognata Lucia, decidono insieme di intraprendere la strada della ristorazione.
Nessun corso di cucina, nessuna scuola alberghiera, solamente tanta voglia di lavorare e tanto spirito di sacrificio.I primi anni di lavoro non sono stati puramente dedicati alla ristorazione intesa come la intendiamo oggi.
La trattoria era un punto di ritrovo e svolgeva un vero e proprio ruolo all'interno della società dell'epoca: tutti si ritrovavano nelle trattorie e nei bar di paese per una partita alle carte, a biliardo o per guardare semplicemente la televisione, che non tutte le famiglie avevano la fortuna di possedere.Così per decenni il ruolo di ristorante è stato marginale: il bar era grandissimo e sempre pieno di personaggi pittoreschi che giocavano alle carte bevendo improbabili liquori, fumando sigarette senza filtro e litigando animatamente tra loro, mentre la sala da pranzo era più piccola e meno frequentata.
Nel tentativo di vendere qualche amaro e qualche caffè in più si facevano le ore piccole, la chiusura serale del locale spettava sempre ad Ortensio, mentre la moglie dopo i lavori in cucina saliva ai piani superiori nel tentativo di mettere a letto i giovani figli, impresa tutt'altro che facile visto che gli avventori erano chiassosissimi e litigavano regolarmente tra loro per il gioco delle carte, urla e schiamazzi non cessavano fino a tarda notte.Fortunatamente nel corso dei decenni le capacità della signora Franca ai fornelli miglioravano ed il locale iniziava lentamente ad affermarsi nella zona come ristorante vero e proprio, sempre più clienti venivano, anche da lontano, per gustare i suoi bolliti, i fritti misti e gli agnolotti.
Così nel 1991 i coniugi Rosso, attraverso importanti modifiche strutturali, diedero al ristorante uno spazio centrale, mentre al bar veniva dedicata un'area marginale: addio biliardi ed addio ai giocatori di carte.Oggi, così come accadeva più di quarant'anni fa, la signora Franca è il cuore pulsante della cucina insieme al figlio più giovane Gian Mario, Ortensio è un felice pensionato campagnolo dedito all'orto ed ai tartufi, Maurizio, il primogenito, si dedica all'amministrazione del locale mentre Alessia, moglie di Gian Mario, si occupa della sala da pranzo ed ovviamente della cantina, in quanto sommelier.
Buon Appetito.
Correva l'anno 1969 e tutto ebbe inizio con un matrimonio, così come è accaduto per la maggior parte
delle sane realtà aziendali italiane.
Franca ed Ortensio, sposi novelli, di ritorno dal viaggio di nozze a Limone Piemonte, decidono di rilevare
il bar-trattoria "Italia" a Cerrina Monferrato, piccolo centro abitato del Monferrato Casalese.
Entrambi originari di Murisengo, lui agricoltore ed allevatore insieme ai numerosi fratelli, lei aiuto cuoca
nel ristorante della cognata Lucia, decidono insieme di intraprendere la strada della ristorazione.
Nessun corso di cucina, nessuna scuola alberghiera, solamente tanta voglia di lavorare e tanto spirito di sacrificio.I primi anni di lavoro non sono stati puramente dedicati alla ristorazione intesa come la intendiamo oggi.
La trattoria era un punto di ritrovo e svolgeva un vero e proprio ruolo all'interno della società dell'epoca: tutti si ritrovavano nelle trattorie e nei bar di paese per una partita alle carte, a biliardo o per guardare semplicemente la televisione, che non tutte le famiglie avevano la fortuna di possedere.Così per decenni il ruolo di ristorante è stato marginale: il bar era grandissimo e sempre pieno di personaggi pittoreschi che giocavano alle carte bevendo improbabili liquori, fumando sigarette senza filtro e litigando animatamente tra loro, mentre la sala da pranzo era più piccola e meno frequentata.
Nel tentativo di vendere qualche amaro e qualche caffè in più si facevano le ore piccole, la chiusura serale del locale spettava sempre ad Ortensio, mentre la moglie dopo i lavori in cucina saliva ai piani superiori nel tentativo di mettere a letto i giovani figli, impresa tutt'altro che facile visto che gli avventori erano chiassosissimi e litigavano regolarmente tra loro per il gioco delle carte, urla e schiamazzi non cessavano fino a tarda notte.Fortunatamente nel corso dei decenni le capacità della signora Franca ai fornelli miglioravano ed il locale iniziava lentamente ad affermarsi nella zona come ristorante vero e proprio, sempre più clienti venivano, anche da lontano, per gustare i suoi bolliti, i fritti misti e gli agnolotti.
Così nel 1991 i coniugi Rosso, attraverso importanti modifiche strutturali, diedero al ristorante uno spazio centrale, mentre al bar veniva dedicata un'area marginale: addio biliardi ed addio ai giocatori di carte.Oggi, così come accadeva più di quarant'anni fa, la signora Franca è il cuore pulsante della cucina insieme al figlio più giovane Gian Mario, Ortensio è un felice pensionato campagnolo dedito all'orto ed ai tartufi, Maurizio, il primogenito, si dedica all'amministrazione del locale mentre Alessia, moglie di Gian Mario, si occupa della sala da pranzo ed ovviamente della cantina, in quanto sommelier.
Buon Appetito.